L'erboristeria presso Grandola

L'influsso della complessa medicina antica, ricca di credenze filosofiche e di qualche verità scientifica arri­vò anche a Grandola.

Specialisti degli  ortaggi, ne di­stinguevano con virtù tera­peutiche, e praticamente se ne servivano per curare qual­siasi malattia.

Il cavolo serviva per curare gli ascessi, le piaghe, i tumori maligni, le fratture, le malattie degli occhi, le lussazioni, ecc. Na­ turalmente il cavolo diventava attivo solo se si cono­ceva il modo di usarlo a dovere. Ed ecco una serie di ricette: se si soffre di un polipo al naso, bisogna aspira­re la polvere di cavolo essiccato: se si ha un herpes, si devono applicare sulla parte foglie di cavolo pestate; in caso di sordità il cavolo tritato e mescolato nel vino va lasciato cadere goccia a goccia nell'orecchio offeso: il cavolo condito con aceto è ottimo nella cattiva dige­stione: il cavolo mangiato per parecchi giorni vince l'in­sonnia.

Altri rimedi vegetali erano presenti : per medicare le ulcere, ad esempio, oltre al cavolo  anche la menta, la ruta e il coriandolo. L'assenzio impiegato in un uso non certo abituale: lo si consigliava infatti ai cavalieri costretti a compiere lunghi tragitti a cavallo, onde evitare noie al soprassella.

Forse tra i primi ad occuparsi di "vini medicati" con speciali erbe toniche e ricostituenti. Singolare è il siste­ma per avere un vino purgativo: si prendono tre rametti di veratro e si piantano intorno a una vite segnata, il vino ottenuto da quel vitigno sarà certamente purgativo in modo blando ma sicuro.

II vino col ginepro è indicato nelle sciatiche, quello col i mirtilli risolve la stitichezza: il vino con l'aggiunta di mela­grana ha sicura efficacia contro i vermi.
 II rosmarino, ad esempio,era una specie di farmaco universale e perciò vieniva usato nella medicina, nell'alimentazione ed anche come erba che proteggeva dagli animali ve­lenosi.

Sorse in quel tempo una  scuola locale dettata a voce  esercitata da uomini e donne, e tramandata verbalmente. Le donne erano particolarmente abili nella prepa­razione di rimedi a base di erbe:  pre­paravano con radici di giglio, canfora, sugna, cerussa e mastice unguenti contro le insolazioni e con altri in­gredienti vegetali confezionavano dei buoni cosmetici per la pelle e rimedi contro i disturbi della vescica.  Con particolare accuratezza nella preparazione dei purganti raccomandati di prendere  solo a determinate ore e indicati quali sono adatti alle persone ricche e quali alle pove­re!  Per i primi si userà rabarbaro finemente polverizzato oppure si arriverà alla raffinatezza dell'elleboro bianco bollito in acqua insieme al frumento, che verrà poi dato da mangiare a una gallina; otto giorni dopo il ricco, bi­sognoso di purgante, potrà mangiarsi la gallina e bere il relativo brodo.

Altri maestri appartenenti alla stessa scuola inse­gnarono il modo di raccogliere le erbe, di conservarle e di prepararle; alcune loro ricette erboristiche come ad esempio l'unguento di altea, il miele rosato, l'olio di rose.

Le erbe medlcinali usate come portafortuna di origine antichissime, di cui l'uso è ancora oggi comunecome souvenir o cone abbellimento per le abitazioni. Celebri sono rimasti nella storia gli amuleti contro le epidemie di peste. Nella grande epidemia di peste nel1500 chi voleva evitare il contagio, dove­va portare al collo un sacchetto a forma di cuore, con­tenente borragine, dittamo, aloe, corteccia di limone. È bene precisare che l'uso degli amuleti trovava benevo­ la complicità anche da parte della scienza ufficiale. Sicredeva infatti che molte erbe e sostanze dotate di proprietà terapeutiche avessero la facoltà di dividersi in particelle imponderabili e, come tali, di penetrare nella pelle. Per questo si raccomandava di mettere gli amuleti a contatto della pelle nuda in modo che non esis
Questa  nel mondo della magia e della su­perstizione è necessaria, in quanto la medicina e l'er­boristeria avevano carattere magico. In definitiva l'uomo attribuiva azioni soprannaturali a ciò che la scienza di quei tempi non riusciva a spiegargli. le credenze  popolari di quest'epoca sono infirmate, a livello popolare, dalle più assurde cre­denze: la serpentaria ad esempio, è in grado di guarire ogni ferita in un paio di giorni; non solo, ma quando un
avvocato vuole che la sua causa riporti una sentenza favorevole non dovrà fare altro che tenere una foglia di serpentaria sotto la lingua.
tessero ostacoli, all'azione terapeutica delle sostanze che componevano l'amuleto. Ad esempio le fo­glie sia del pioppo che del felce maschio essiccate eracchiuse in sacchetti se portate addosso costantemente, prolungherebbero la vita ed eviterebbero inci­denti; se poste sotto il cuscino, renderebbero il sonno tranquillo e i sogni piacevoli.I pioppo era considerato l'amuleto per eccellenza, il ta­lismano che teneva lontano tutti gli artifizi che usavano i praticanti di magia nera per nuocere al prossimo. Così pure le collane di bulbi di aglio intorno al collo dei bam­bini allontanavano il malocchio.
Resta il fascino di momenti in cui l'uono era allle sue origini del pensiero e iniziava la sua corsa verso la scienza.

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